VOV! CHE CAMPO!
Nel dubbio… A SI SI!
Dopo un lungo viaggio verso Assisi in compagnia del VR24, finalmente giunti a Santa Maria degli Angeli, incontriamo un frate e nonostante le informazioni alquanto approssimative, arriviamo al nostro loft/dependance. Lontano dal centro, ma molto confortevole!
Sistemati i posti letto, dopo la cena e un breve cerchio, ci prepariamo ad andare a dormire, consapevoli di doverci preparare per una giornata lunga e intensa.
E fu sera e fu mattina. Secondo giorno.
All’alba delle 7 veniamo dolcemente strappati dalla realtà onirica dalla meravigliosa sveglia del Teo e dopo esserci preparati andiamo al centro congressi dei francescani, dove veniamo tutti accolti in un caldo auditorium.
La mattinata trascorre tra gli interventi di alcuni frati, che ci parlano del tema della vita, argomento cardine delle tre giornate, e in particolare dell’aborto. Ci viene mostrato un filmato scientifico sulla gestazione, che fa da introduzione alla focalizzazione sulla visione della Chiesa cattolica del tema dell’interruzione volontaria di gravidanza. Ci vengono inoltre letti alcuni articoli della legge 194 del codice penale:
Nei primi novanta giorni di gravidanza il ricorso alla IVG è permesso alla donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito (art. 4).
Come ci viene più volte ribadito, la Chiesa cattolica considera che esista la vita fin dal concepimento, dalla fusione dei due gameti e poiché la vita è un dono di Dio, la Chiesa si oppone fortemente all’aborto, considerandolo sempre al pari dell’omicidio.
Ci vengono inoltre illustrati alcuni metodi anticoncezionali ed abortivi (sfatando alcuni luoghi comuni o false credenze a proposito di questi) e vediamo alcuni spezzoni di film come “Gattaca”, che tratta in chiave quasi fantascientifica il tema della procreazione assistita e la programmazione genetica dei figli e “Juno”, la storia di una giovane ragazza che scopre di aspettare un bambino e sembra molto determinata a non tenerlo.
Gli interventi dei relatori risultano molto interessanti e chiari, seppur unilaterali e non strutturati al fine di un dialogo aperto con noi ascoltatori, che sarebbe forse stato apprezzato. Scelta comunque comprensibilmente dettata dai tempi serrati e dal numero di persone presenti (cosa che ci viene chiarita fin dall’inizio).
Terminata la conferenza mattutina, nel pomeriggio ci spostiamo ad Assisi, dove trascorriamo alcune ore facendo i turisti fra vicoli e Chiese stupende che raccontano la città in modo sublime.
Dopo cena è il momento della verifica della comunità e della discussione del punto fede della carta di clan.
Confrontando varie carte abbiamo tutti modo di esprimere la nostra visione della fede, fase propedeutica per una futura riscrittura della nostra carta di clan.
E fu sera e fu mattina. Terzo giorno.
Il tema della mattina è la fede, il suo ruolo, i suoi limiti, il rapporto con la ragione e con la scienza e la netta differenza tra fede e superstizione.
Nel pomeriggio abbiamo un colloquio con Fra George e Suor Cristina. Ci confrontiamo con loro sul tema della fede in relazione alla nostra comunità e alla carta di clan. Emerge la distinzione, già operata da noi, tra credere e avere fede, la problematica del vivere la fede nella quotidianità e esprimiamo inoltre alcuni dubbi sulla Chiesa come istituzione, tuttora insoluti.
Dopo una rapida cena raggiungiamo la Porziuncola per fare una veglia tutti insieme.
E fu sera e fu mattina. Quarto giorno.
Mattinata di testimonianze, toccanti e sempre molto più incisive di ore di conferenza frontale.
Tre coppie ci raccontano la loro storia.
La prima è quella di una donna, che con un figlio di 10 mesi, scopre di avere un tumore al cervello e solo dopo aver assunto medicinali e aver fatto terapie, scopre anche di essere incinta. Viene informata che a causa dei trattamenti subiti, sua figlia potrebbe nascere malata. Le viene prospettata la possibilità dell’aborto, che rifiuta nonostante né il marito, né i parenti fossero inizialmente d’accordo. La bambina nasce sana e la madre guarisce dal cancro e in questo la famiglia identifica il dono di un Dio che non li ha abbandonati.
La seconda è la storia di una donna, incinta di un bambino con gravi disfunzioni renali. Per i medici è una gravidanza terminale; la madre decide di non abortire e il bambino inspiegabilmente vive. La forza di quest’esperienza spinge la coppia a fondare un’associazione che segue gravidanze terminali: l’unica in Italia.
Anche la terza testimonianza parla di una gravidanza terminale: un feto anencefalico che necessariamente sarebbe nato morto. Nonostante l’inequivocabile risposta della scienza la madre e il padre decidono di portare a termine la gravidanza, spinti dalla convinzione che gli uomini non abbiano il diritto di interrompere una vita.
Alcuni di noi bisbigliano qualche perplessità sulle conclusioni che si dovrebbero trarre dalle testimonianze. Questi pensieri tuttavia non vengono formulati ad alta voce in questa sede.
Nonostante le contrastanti opinioni personali, rimane un’esperienza forte e molto interessante, che certamente ha provocato riflessioni profonde e dibattiti su temi molto importanti.
Scritto da: Irene Nisi
torna
08 gennaio 2012 16:40
Teo
13 gennaio 2012 16:46
Chiara
19 gennaio 2012 21:28