Finalmente abbiamo raggiunto la tanta attesa Val Codera! Nonostante fossimo in pochi, non ci siamo lasciati scoraggiare e alle 8.30 circa dei Sabato 3 Ottobre siamo partiti alla volta di Novate Mezzola, piccolo paese a nord di Colico. La Val Codera è una valle che ha una particolarità: non può essere raggiunta se non a piedi (o in elicottero), questo rende quindi la valle estremamente selvaggia e affascinante. Ciò nonostante sono presenti due borghi, uno dei quali è addirittura indipendente dal punto di vista energetico. Ma ciò che la rende famosa è la famosa storia della "aquile randage", un gruppo di scout che svolgeva attività scout clandestinamente durante il periodo fascista (dal 1927), infatti svolgevano molte attività in questa valle, come campi estivi ma anche espatri in svizzera per aiutare i più bisognosi e perseguitati. Ritornando a noi, abbiamo raggiunto Codera, il primo dei due borghi, in circa 2 ore di cammino su un sentiero alquanto "scalinoso". Qui c'è la possibilità di appoggiarsi alla base scout "la Centralina", nel cui territorio abbiamo dormito con le nostre tendine. Per poterci guadagnare la cena, abbiamo svolto un servizio per una signora anziana del paese: le abbiamo portato la legna inizialmente con un fitto passamano per riuscire a vincere la tremenda pendenza, e poi un po' a "carriolate" e un po' a braccia; in tutto sono state circa 3 ore di duro e faticoso lavoro, che ci hanno causato non pochi graffi e lividi sulle braccia. Dopo una cena abbondante a base di riso e la narrazione della storia completa delle aquile randagie, abbiamo potuto finalmente coricarci. Ma il mattino ha l'oro in bocca, onde per cui ci siamo diretti verso il secondo borgo che purtroppo non abbiamo potuto raggiungere per problemi di tempo. Dopo essere tornati alle macchine, abbiamo trovato Anna e Daniele che ci hanno preparato un meraviglioso e succulento pranzo, assolutamente meritato. La pausa dopo pranzo ha dovuto però dare spazio al ritorno a casa, effettuato verso le 18, giusto giusto per la mensa. Sicuramente la bellezza dei panorami, l'immensità della valle, i colori delle foglie che precedono l'autunno, lo scroscio continuo di sottofondo del torrente, l'aria pulita e pura, il calore del fuoco serale e delle amicizie, lo stare insieme e la condivisione della fatica hanno reso veramente speciale questa uscita. Un grazie alla Anna e Daniele che ci hanno accompagnato fin là anche se non hanno potuto camminare e ammirare quel "paradiso perduto" (così fu definita la valle dalle aquile randagie stesse).
gattomerlino
07 ottobre 2009 11:36
mary
11 ottobre 2009 21:14
Ambrosi
19 ottobre 2009 00:11
matteo pischedda
07 gennaio 2010 01:52