Sono stati i nostri compagni di viaggio nonostante poi fuggissero via lontani nel sentire i nostri passi..e per fortuna! Ma magari se ne stavano nascosti a controllarci, chi può saperlo, nell’immenso parco di Dovrefjell-Sunndalsfjella: nomi ovviamente impronunciabili da qualsiasi essere umano.. Kongsvold, Reinheim, Åmotsdalshytta, Grøvudalshytta, Aursjøhytta, Bjorli.. Oslo!
Ma nulla ci poteva fermare, col nostro zaino che “degenerava” ogni giorno più pesante (Sonia docet), con massi, pietre, rocce e lastroni a non finire dai quali era meglio non distogliere lo sguardo se non si voleva rischiare qualche brutta caduta, giusto Anna? Ah no, non c’era nessun sasso in quel momento!
Seguendo un piccolo sentiero e dei mucchietti di sassi sui quali splendeva (si fa per dire) una T disegnata di rosso, unica indicazione della giusta strada: la leggenda narra che tale T stia per Tobia (o Tobe o Tobi o Torba, anzi no.. er boleTta!), il quale anziché studiare per gli esami di maturità ha visto bene di segnare in precedenza tutto il percorso della route (la stessa leggenda narra che nella base scout di Oslo ci siano dei quadri raffiguranti l’anima assorta del Picci.. ma questa è un’altra storia..).
Ma ogni tanto ci stava ovviamente una pausa ristoratrice a base ufficialmente di cioccolata, perché ufficiosamente.. solo lo zaino della Flavia e della Martina possono saperlo! Poche pause però, perché davanti al gruppo, forse dopata o forse miracolata, stava la Ludo, instancabile, inesauribile e insaziabile (in particolare nella preparazione del cibo). Manco il Salva, che con un passo ne faceva tre dei nostri, riusciva a tenerle testa, capace però di indebitarsi a furia di promesse di cibo una volta tornati a casa. E distante km e km, dietro infondo alla lunga carovana il trio delle meraviglie, il bello, il brutto e il cattivo, i Qui, Quo, Qua dell’alpinismo estremo, b>Tia, Luie Irishaccompagnati da piedi malconci e bicipiti impressionanti.
E quando finalmente scendeva il buio, cioè molto tardi, i quindici valorosi sceglievano di fermarsi, a volte sulle rive di uno splendido laghetto a volte di fronte a degli incantevoli, confortanti, accoglienti rifugi..dai quali loro stavano però alla larga! Ma ci pensavano mastro chitarrina Mara e scribacchino Cucchia a risollevare le sorti, accendere un fuoco e animare le serate a suon di battute: ci sei? Ma vengo? Ma vai? SALUTO!!
E così, con l’immancabile provvidenza mostratasi sotto forma di furgoncino e operai dell’enel norvegese, con altre salite, sassi, laghetti da superare e panini Roberto da assaporare, la route volgeva verso la destinazione finale.. prima i fiordi con le tante scelte su cui pensare, e poi l’economica Oslo e le sue particolarità.. molto particolari!!
God tur Norge...in the yes!
mary
27 agosto 2010 16:49
cucchia
29 agosto 2010 19:05
Mara
30 agosto 2010 09:40
Teo
30 agosto 2010 09:50