Di Lucia, Martora Frizzante
3 gennaio
Ritrovo ore 6:50: arriviamo già sconsolate dopo aver saputo che la Giudi sta male e non può venire, anche se ci rallegriamo un po’ alla vista dell’Adele che ci aspetta (in realtà voleva solo rifilarci il cibo in più). Saliamo sul pulmino, pronte per un lungo viaggio, e ci avviamo verso l’infinito e oltre. Viaggio molto tranquillo per poche e stressante per quasi tutte, costrette a subire tutte le chiacchiere di tre guide assiderate di gossip.
Dopo diversi balzi e chiamate particolari, arriviamo alla meta e ci incamminiamo lungo il sentiero, anche se restiamo un po’ stupite dal cartello “Pericolo orsi”, anche se stiamo nel chill (traduzione: tranquille-pronuncia:cil) perché la Cate ha un bastone. Dopo poco iniziano le prime lamentele e le prime ‘pause paesaggio’ con i rispettivi snack per recuperare le energie. Dopo un tempo che è sembrato infinito con rispettivi paletti (traduzione: soste per ammirare il paesaggio) decidiamo di fermarci per mangiare metà del nostro pranzo al sacco e coprirci per bene.
Quando il terreno si fa ghiacciato non mancano le cadute, che ci convincono a metterci i ramponcini. Dopodichè facciamo l’ultimo sprint tipo macchine della F1 e dopo aver scavallato la montagna arriviamo alla malga. Ci sistemiamo, accendiamo il fuoco e beviamo una tisanina mentre ci intratteniamo con dei giochi e finiamo il nostro pranzo al sacco. Passa il tempo ed è arrivato il momento di darsi da fare: c’è chi cucina, chi prende neve necessaria per bere e chi fa legna per il fuoco.
Nel frattempo è calato il sole, quindi ci troviamo obbligate ad usare il frontalino per vedere qualcosa. Alla fine mangiamo la nostra sbobba incoscienti del fatto che dobbiamo andare a lavare le gavette e la pentola con la neve, fuori e al freddo, però come dice la Lisa "chillanza" (sinonimo di chill-pronuncia:cillanza). Dopo una ventina di minuti siamo sedute a tavola, con il pigiama mentre beviamo un’altra tisana e cantiamo qualche canzone per intrattenerci un po’. Stanche e infreddolite andiamo a dormire, sapendo anche che la sveglia per il giorno dopo era prestino.
4 gennaio
Contrariamente da quello che pensavamo la Cate era più stanca del previsto, quindi la sveglia è suonata alle 9 (scelta approvata da tutte noi). La mattina passa in fretta facendo un po’ di legna e un po’ di neve e cucinando il pranzo che, nonostante a poche piacessero i funghi, è stato molto apprezzato.
Appena dopo pranzo iniziamo subito a fare legna "Come se doveste fare cinque fuochi", frase molto sospetta da dire a dieci ragazzine che si trovano sulla neve. Come pensavamo infatti arriva la prima sfida, ovvero accendere un fuoco sulla neve e far bollire un gavettino d’acqua per fare una tisana. Veniamo divise in coppie e inizia la sfida che aveva come premio delle buste di cibo gourmet per l’hike.
Dopo aver concluso la sfida (di cui non diremo le vincitrici perché rispettiamo le più deboli) iniziamo a rotolarci nella neve, attività così divertente che il telefono della Lucia decide di nascondersi lì sotto. Poi iniziamo a costruire il rifugio dove cinque giovani coraggiose hanno deciso di dormire per la notte. Con l’aiuto del nostro maestro di specialità e content creator di fiducia iniziamo a costruire i muri con la neve e il tetto con un telone fabulous della Ferrino (si sponsor). Dopo aver ricoperto tutto con le coperte per evitare eventuali spifferi decidiamo di tornare dentro, anche perchè sta iniziando a farsi buio.
Quando tutto sembrava andare per il meglio però la Lucia ha deciso di rivelare di non trovare più il telefono, quindi la Cate va fuori e chiama il cellulare, nella speranza che si veda una luce. Fortunatamente la neve si illumina d’immenso e rivela il telefono nascosto che, come aveva detto la Nabil, poteva essere sotto la neve (prima e ultima volta che ha ragione).
Torniamo dentro e iniziamo a cucinare la polenta, che teoricamente sarebbe stata anche il nostro pranzo del giorno dopo, che inizia a fare delle bolle che schizzano ovunque. Dopo aver fermato l’eruzione vulcanica della polenta ci prepariamo per mangiare, cercando di nascondere il nostro formaggio filante per non causare disagi a qualcuno (colpo di tosse-Cate-colpo di tosse). Dopo innumerevoli partite a lupus in fabula con ambientazione fin troppo realistica (perché qualcuno vuole il brevetto di animazione espressiva) arriva il momento di andare a dormire, che per alcune persone significa mettersi tutti i vestiti che hanno addosso e cercare di infilarsi nel rifugio senza distruggere il tutto.
5 gennaio
La mattina inizia con una sveglia fantasticosa: la Lucia e la Sofia Nabil che entrano in camera a svegliare tutti, realizzando che è il compleanno dell’Elisa e cantandole tanti auguri. Appena sveglie iniziamo a sistemare tutto il rifugio e a farci gli zaini perchè, dopo colazione, saremmo dovute ripartire per andare al paesino (Fiavè, ndr).
Quando partiamo Frozen è nell'aria, quindi nel primo tratto di strada veniamo deliziate da tutte le canzoni di Elsa e Anna cantate a memoria. La discesa è molto più semplice rispetto all’andata e presto iniziamo a parlare di cose importanti, come ad esempio che Winx sono i nostri capi (non solo quelli del femminile), ignorando la loro preoccupazione perché non si ricordavano se avevano chiuso la malga.
Dopo aver capito che non stavamo rifacendo la strada dell’andata ma che era una diversa, arriviamo al paesino dove ci fermiamo in una piazza davanti a un supermercato. La Lisa e la Eli si rimettono subito in viaggio per andare a dare le chiavi alla signora Anna (che parla solo con i maggiorenni a quanto pare), accompagnate dal famosissimo Marcbrente che, dopo aver visto due bambini su dei trattori giocattolo, ha scelto la sua prossima impresa.
Quando tornano ci facciamo trovare preparate, grazie alla nonna Maria che ci ha gentilmente offerto un Panforte (leggermente congelato) su cui impiantare le candeline per festeggiare il compleanno. Dopo un pranzo a base di pane in cassetta e salame tagliato grossolanamente, ci dirigiamo verso la fermata del bus (che era a 20 metri da dove eravamo). Prendiamo il primo dei due bus che ci porta a Ponte Arche dove ci mettiamo ad aspettare l’altro bus che avrebbe dovuto portarci a Trento per prendere il treno.
Chiacchierando il tempo passa ma il bus no, però rimaniamo comunque tranquille perchè sappiamo di avere un margine di 38 minuti per il treno. Mentre mangiamo il cioccolato la Cate ci droppa sta hit: "Se il bus non arriva entro 10 minuti abbiamo perso il treno”. Al che iniziamo a preoccuparci un po’, perché significava tornare a casa leggermente dopo (un'ora e mezza). I 10 minuti passano e al limite del tempo il bus per fortuna arriva: ci fiondiamo dentro e veniamo avvisate che quando scendiamo dobbiamo correre a prendere il treno (e nel frattempo preghiamo che il treno sia in ritardo).
Miracolosamente arriviamo in stazione in tempo per prendere il treno, anche con un piccolo momento di pausa che ci permette di imbarazzare l’Elisa perché “Guide ma oggi è il compleanno di qualcuno?” (la Cate si divertiva molto a ricordarcelo) (Cate nostro albero genealogico-traduzione:spacca). Anche il viaggio in treno è particolare perchè la Cate pronuncia la parola magica: "Si è lasciato” e noi ci giriamo tutte di scatto curiose di sapere il gossip. Nel frattempo la Sofia Nabil cerca di essere venduta per dei cammelli perché “Hanno capito che è egiziana” (parole dell’Alice).
Alla fine questa avventura si conclude per il meglio e noi arriviamo in stazione sane e salve con i nostri cappelli della Nike.
A breve sul sito tutte le foto della nostra avventura!
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