Ecco la meta della nostra route estiva: la Val Codera, là dove durante il fascismo le Aquile Randagie portavano avanti in maniera clandestina la vita scout italiana.
Un campo per pochi intimi, addirittura in 27 con l'arrivo di Don Francesco negli ultimi giorni: Clan e Noviziato insieme, ad unire una comunità che durante l'anno è andata via via formandosi.
E dunque si parte, la pioggia a farci compagnia: Codera, la base scout Centralina ad accoglierci e poi la base Casera. Ma c'è un passo da raggiungere, il passo della Teggiola a quasi 2500 metri, con un torrente da superare e poi un discesone da affrontare..
Ma ormai il più è fatto, pure il sole torna a farsi vedere: si torna a valle, verso Villa di Chiavenna. Ma prima di giungere alla base di Colico, ci aspetta l'esperienza dell'hike, a chiedere disponibilità per la notte. E poi, delle canoe, così da raggiungere la base via lago..laghi anzi..
Ultimi giorni di giochi, confronti, chiacchierate, salita in Clan..e il campo così finisce.
Ma aveva decisamente ragione Baden:
I Campi sono i momenti più significativi della vita scout: sono delle tappe che segnano il crescere delle persone, e lasciano delle tracce che adagio adagio costruiscono la fisionomia spirituale.
I Campi mobili, le «route» hanno in più il fascino e la ricchezza di esperienze più forti dove l'ignoto, l'essenziale, l'incontro con la gente, la fatica rude e liberante, sono altrettanti elementi di una ricchezza spirituale ineguagliabile.